
In officina, in cantiere o durante la progettazione meccanica, può capitare di assistere a rotture premature, serraggi inefficaci o addirittura guasti strutturali. Spesso la causa è una sola: una scelta errata della vite. Ma cosa determina davvero la resistenza di un elemento di viteria?
La risposta è più complessa di quanto sembri. Non basta scegliere il giusto diametro o la forma della testa. La resistenza di una vite dipende da una combinazione di fattori, tra cui:
Sottovalutare anche uno solo di questi fattori può causare danni, fermi macchina o non conformità.
La maggior parte delle viti ad alta resistenza è prodotta in acciaio, in particolare acciai al carbonio o legati.
Classe 8.8 – acciaio temperato e rinvenuto, ottimo compromesso tra resistenza e duttilità;
Classe 10.9 – acciaio ad altissima resistenza, per applicazioni meccaniche e strutturali;
Classe 12.9 – il top della resistenza meccanica, usato in ambito industriale avanzato.
Il riferimento normativo per la classificazione è UNI EN ISO 898-1.
Le marcature (es. “8.8”) riportate sulla testa delle viti rappresentano proprietà meccaniche ben precise, e indicano quanto carico una vite può sopportare prima di deformarsi (snervarsi) o rompersi (carico di rottura).
Ad esempio, cosa vuol dire 8.8? Il numero si divide in due parti:
Il primo numero (8) moltiplicato per 100 indica la resistenza a trazione (carico di rottura) in MPa → quindi 8 × 100 = 800 MPa.
Il secondo numero (.8) moltiplicato per il primo dà la resistenza allo snervamento → quindi 800 × 0.8 = 640 MPa.
Conoscere questi valori permette a chi progetta o assembla un giunto di calcolare correttamente la coppia di serraggio, evitando di stringere troppo o troppo poco; prevenire rotture meccaniche durante il funzionamento della macchina; scegliere la vite più adatta in base ai carichi previsti.
In breve: leggere “8.8” sulla testa di una vite significa sapere con esattezza fino a dove puoi spingerti, senza rischiare cedimenti strutturali.
Per ambienti umidi, chimicamente aggressivi o con standard igienici elevati (alimentare, farmaceutico), le viti in acciaio inox A2 o A4 sono indispensabili.
Le classi di resistenza delle viti in acciaio inox sono espresse dai numeri 50, 70 e 80. Questi indicano il grado di resistenza alla trazione in Mpa.
Le sigle A2 e A4 identificano la famiglia di acciai utilizzati: A2 corrisponde ad acciaio inossidabile austenitico di tipo 304, adatto ad ambienti “normali”; A4 corrisponde ad acciaio inossidabile AISI 316 con maggiore resistenza alla corrosione, in particolare in ambienti industriali o marini.
Ottone – estetica e resistenza all’ossidazione
Utilizzato per rondelle, finiture e viteria decorativa. È facilmente lavorabile ma non adatto a carichi elevati.
Rame – conduttività e protezione dalla ruggine
Ideale per componenti elettrici e ambienti umidi, grazie all’alta resistenza alla corrosione.
Alluminio – leggerezza con limiti
Raramente usato per viti strutturali. Impiegato dove il peso è un fattore critico, ma ha bassa resistenza meccanica.
Titanio – performance premium
Combina resistenza simile all’acciaio con peso inferiore. Usato in ambiti speciali: nautica, aerospace, racing.
Plastica – isolamento e leggerezza
Ideale per applicazioni non strutturali, dove servono isolamento elettrico o resistenza a vibrazioni.
Non basta conoscere il materiale della vite per fare una scelta corretta: bisogna valutare l’intero contesto di utilizzo. Di seguito approfondiamo quanto accennato in precedenza.
Se una vite è sottodimensionata rispetto al carico che deve sopportare, il rischio di cedimento è reale.
L’ambiente influisce pesantemente sulla scelta: una vite resistente alla trazione ma non alla corrosione può ossidarsi in poche settimane.
Una vite troppo dura rispetto al materiale da fissare può danneggiarlo o causare grippaggi.
In ambito industriale e metalmeccanico, la conformità alle normative è obbligatoria, soprattutto per impianti certificati o componentistica destinata all’export.
Alcune viti richiedono un serraggio preciso per non danneggiare il filetto o il componente collegato.
Solo una valutazione tecnica completa può portare a una scelta corretta.
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